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Le parole che pesano

 

 

 

Ti vedo ingrassato!

 

Ti vedo sciupato!

 

Prima della laurea dovresti dimagrire!

 

Che bello, quanto sei magra...! Certo che tu puoi mangiare davvero tutto quello che vuoi!

 

Domenica mi raccomando mangia un po di più, la nonna ci tiene tanto a farti le cotolette!

 

Quel vestito ti sta troppo largo, sembri senza forme!

 

Non riesci a prendere un etto... ma mangi abbastanza?

 

La tua amica sta facendo la dieta, dovresti prendere esempio!

 

 

Queste alcune delle frasi che riecheggiano cariche di dolore durante i colloqui e che mi hanno portata a soffermarmi e riflettere su questo tema.

 

Che sia troppo, troppo poco, disomogeneo... in ogni caso il peso corporeo è un argomento delicato, intimo, personale, simbolico di qualcosa che non si vede all'apparenza.

 

L'obiettivo di questo articolo è quello di sensibilizzare all'uso delle parole, soprattutto se il tema è la forma fisica ed il cibo.

 

Dietro quel ragazzo magrolino o quella ragazza cicciottella, c'è una persone.

Persona che soffre e che vede esattamente quello che vedono gli altri, anzi no, lo nota sotto una lente d'ingrandimento enorme.

 

Gli elementi che vengono sottolineati sono gli stessi che la/lo portano a scegliere i vestiti con cura, per ore, prima di uscire da casa.

 

Se non peggio, a rinunciare agli inviti, ad evitare: il cinema, le cene, i bruch, i viaggi.

 

Le parole, che pesano, anche se  nascono da un intento benevolo, portano a dei risultati deleteri.

 

Se vogliamo aiutare qualcuno, chiediamogli: “come sta!” ; “se ha bisogno di qualcosa”; “se vuole parlarne con un esperto”; “cosa possiamo fare per lui”.

 

Offriamogli la nostra vicinanza, la nostra presenza nel rispetto dei suoi tempi e dei suoi spazi.

 

 

Nell’ultimo anno i casi di disturbi alimentari sono aumentati in media del 30% rispetto all’anno precedente con un abbassamento della fascia di età (13-16 anni) e un incremento delle diagnosi soprattutto di anoressia nervosa.

 

Questo tipo di sofferenza sconvolge l'esistenza dell'essere umano e può raggiungere forme sempre più invalidanti tanto da impattare in modo significativo sulla vita lavorativa, amicale, sessuale e sociale.

 

Molte volte questa difficoltà è accompagnata da un forte senso di tristezza, senso di colpa e vergogna, che portano a rimandare la presa di coscienza rispetto alla gravità del problema e di conseguenza la relativa richiesta d'aiuto.

 

 

La salute è il primo dovere della vita” 

(Oscar Wilde)


 

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