Nella maggior parte dei casi sono ragazzi con un'età compresa tra i 14 e i 25 anni, non
sono impegnati nello studio o nell'attività lavorativa.
Non hanno molti amici e trascorrono gran parte del giorno rinchiusi nella loro stanza. Hanno molta difficoltà a comunicare con i loro genitori e con i parenti.
Dormono durante
le ore del giorno e "sono attivi" di notte, tutto ciò è funzionale ad evitare qualsiasi confronto con il mondo esterno.
Il loro rifugio è la rete, soprattutto i social network dove utilizzano profili fittizi, questo è
l'unico contatto con una società in cui hanno difficoltà ad integrarsi.
Si utilizza il nome di hikikomori, che tradotto significa:
“stare in disparte”.
Le statistiche nel Paese del Sol Levante hanno da poco segnalato, una cifra significativa che arriva ad un milione di casi, ma è errato ritenerlo un fenomeno limitato al
lontano Oriente.
Nella nostra Italia ci sono forme, considerate più blande rispetto al Giappone, ma ciò
non toglie che il fenomeno non è da sottovalutare.
I motivi che spingono i nostri ragazzi al ritiro sociale sono molteplici, anche se determinati da una base comune che è la sofferenza:
-non si sentono capaci di affrontare situazioni sociali o di gruppo;
- sono vittime di bullismo e non si sentono liberi di condividerlo in famiglia o con gli amici, anzi il più delle volte si sentono colpevoli;
- si sentono inadeguati rispetto le loro capacità e/o fisicamente.
Questa forma di isolamento può durare parecchi mesi o addirittura anni.
La dipendenza dal mondo virtuale diventa paradossalmente positiva in quanto colma il loro vuoto relazionale ed è l’unico contatto con il mondo esterno che riescono a stabilire e portare avanti.
Spesso, per loro, l'unica speranza di "esserci" è indossando una maschera, che viene scelta nei giochi di ruolo, dove possono acquisire lo status di personaggio (guerriero forte e coraggioso) e non più di persona (fragile e insicura).
In Italia sono sempre di più i genitori preoccupati e/o arrabbiati verso i loro figli, che vengono a chiedere aiuto per risolvere questa difficoltà.
E' di fondamentale importanza tradurre la richiesta di aiuto del ragazzo e poter dare voce ai suoi bisogni e alle sue emozioni.
Non va dimenticato che dietro la chiusura che il giovane manifesta, c'è sempre un
gran bisogno di affetto, accettazione e comprensione della sua persona.
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