"Le persone non si recano in terapia per cambiare il loro passato, ma il loro futuro"

(Milton H. Erickson).

 

 

Ogni persona ha una ferita da sanare.
Il primo passo per "curarla" è ammettere di non potercela fare da soli,

il secondo è avere il coraggio di chiedere aiuto ad un professionista.

 

 

Perché si sente il bisogno di contattare lo psicologico?

        

La vita di ognuno è ricca di cambiamenti che portano a continue riorganizzazioni.

Per questo o altri  motivi possono subentrare difficoltà nell'area relazionale; tali difficoltà si manifestano con dei sintomi (ansia, tristezza, senso di inadeguatezza, stress, attacchi di panico, fobie, insonnia, ritiro sociale, disfunzioni sessuali, ecc.).

Il sintomo ha la funzione di campanello d'allarme e come tale bisogna ascoltarlo.

Non bisogna spaventarsi, ma comprendere che è un alleato che ci sta segnalando un disagio.

Pertanto bisogna intervenire, chiedendo aiuto ad un professionista, senza crearsi la falsa aspettativa che si risolverà tutto con il tempo.

Comprendere ciò che sta accadendo e le emozioni correlate, porta ad una buona qualità della vita e favorisce il benessere.

       

Perché si ha difficoltà a chiamare lo psicologo, nonostante se ne senta il bisogno?

 

Quante volte vi siete detti: "forse domani starò meglio, aspetto qualche altro giorno"; "andare dallo psicologo costa troppo, e poi non ho tempo di andare lì ogni settimana"; "figurati se parlando con lui starò meglio, neanche mi conosce"; "nessuno può capirmi più di me stesso"; "il mio amico ci è andato e non sta per niente meglio".

 

Questi sono alibi  che spesso, chi sente il bisogno di contattare uno psicologo si crea.

 

Ma perché succede tutto ciò?

 

Succede perché per nessuno è facile chiamare per chiedere aiuto.

Ammettere di avere bisogno di un professionista, perché "non ci si riconosce più".

Per nessuno è facile bussare a quella porta, entrare, conoscere una persona "nuova" e parlare di sé, mettendosi in gioco.

Perciò ogni alibi è comprensibile e rispettabile e riconoscerlo non vuol dire giudicarlo.

Riuscire ad andare oltre e compiere il primo passo è fondamentale per conoscersi e stare meglio con sé e di conseguenza con gli altri.

 

 

 

 

"Non ho bisogno che sia facile, ho bisogno che ne valga la pena..."

Come fare per fissare un appuntamento o chiedere informazioni?

 chiamando il numero: 3898960583

scrivendo in posta su facebook a: Dott.ssa Fabrizia Argirò Psicologa Psicoterapeuta Roma

 inviando una e-mail a : fabriziaargiro@gmail.com

La Depressione, un sintomo di cui si DEVE parlare.

 

 

La depressione è un disturbo dell’Umore, che ci sta segnalando una difficoltà.

Cosa sono i disturbi dell’Umore?

Come si manifestano?

Cosa si può fare per combatterli?

Cosa stanno segnalando?

 

Il primo passo da fare è chiarire  “cos’è l’umore, a cosa ci serve?”

L’umore è definito come la tonalità emotiva che influenza profondamente la percezione di sé, degli altri e dell’ambiente in generale.

Può essere: normale, elevato o depresso.

Le oscillazioni del tono dell’umore che va della tristezza all’euforia in risposta ad avvenimenti esterni o interni non assumono, entro certi limiti, connotazioni patologiche, ma anzi svolgono un’importante funzione adattiva, permettendo di adeguare le risposte emotive e comportamentali dell’individuo alle circostanze.

Tuttavia, quando l’intensità e/o la durata di tali oscillazioni risultano sproporzionate rispetto alle richieste adattive, essi possono rappresentare dei disturbi psicopatologici.

Ed è qui che possiamo introdurre il termine disturbi dell’Umore.

I disturbi dell’Umore comprendono una varietà di quadri psicopatologici caratterizzati, oltre che da un’alterazione del tono dell’umore, da sintomi della sfera cognitiva, psicosomatica e neurovegetativa. Uno dei quadri sintomatologici principali è la depressione”.

I sintomi che si possono riscontrate sono molteplici, molto dolorosi ed invalidanti.  Possono comprendere:

 

  • Umore depresso per la maggior parte del giorno, per la maggior parte dei giorni (es. sentirsi triste, vuoto, senza speranza).
  • Marcata diminuzione dell’interesse o del piacere nel fare qualsiasi cosa, per la maggior parte della giornata, per la maggior parte dei giorni.
  • Significativa perdita di peso o aumento di peso, perdita o aumento dell’appetito nella quasi totalità dei giorni.
  • Agitazione psicomotoria o rallentamento psicomotorio quasi ogni giorno Fatica e perdita delle energie per la maggior parte dei giorni
  • Sentimenti di indegnità o sensi di colpa eccessivi o inappropriati per la maggior parte dei giorni.
  • Maggior difficoltà nel pensare e restare concentrati.

 

Ma ciò che è molto importante è comprendere che la depressione deve essere considerata come un segnale di difficoltà.
Qualcosa di cui si deve parlare, soltanto traducendo il dolore in parole possiamo attraverso un lavoro clinico, conoscerla ed affrontarla.
 “ La depressione non è una malattia ma un sintomo, così come la febbre.
Pertanto così come nelle malattie organiche, nessuno prescriverebbe una cura senza rintracciare la causa, così nella depressione la cura non può prescindere dai motivi che l’hanno causata.
Anche in quelle depressioni che sembrano sorgere dal nulla, esiste sempre una causa scatenante, anche se la persona non è in grado di agganciarla alla propria sofferenza” 
(L. Cancrini).

 

 

 

Attacco di Panico... Un modo per chiedere aiuto!

Soffro di attacchi di panico, come li curo?

Gli attacchi di panico sono episodi improvvisi di ansia e paura travolgente di morire, durano diversi minuti e lasciano l'aspettativa del loro ritorno.

Questi episodi possono essere accompagnati da batticuore, dolore e fastidio al petto, sudorazione, sensazione di instabilità, tremori, nausea, paura di perdere il controllo e di impazzire.

L’attacco avviene all'improvviso, senza motivi apparentemente scatenanti.

Gli attacchi di panico possono essere vissuti come molto invalidanti e possono condizionare la routine di ogni individuo, modificando la vita quotidiana di chi ne soffre (es. “non posso più prendere la macchina per andare a lavoro, potrei avere un attacco in qualsiasi momento”).

Tutto ciò apre le porte su alcuni interrogativi:

Come mai il corpo sta segnalando questo allarme? 

Cosa vuole comunicare?

Quale funzione svolge l’attacco di panico nelle relazioni interpersonali della persona?

Come sono cambiate le relazioni dopo la comparsa del primo attacco di panico?

Come mai in questo momento specifico della vita, l’unico modo per  “essere ascoltati” o per “chiedere aiuto” è tramite il sintomo fisico?
Per rispondere a queste domande, bisogna
 “ascoltare” il sintomo e "ascoltarsi" ritagliandosi uno spazio personale.

"Spazio Studenti Universitari"

La scelta di intraprendere un percorso universitario ed il successivo ingresso in questo mondo rappresentano delle tappe decisive verso il raggiungimento della propria autonomia e della differenziazione dalla propria famiglia di origine.

Come molte situazioni di cambiamento e di crescita, il passaggio a questo nuovo stile di vita può comportare delle difficoltà nel processo di riorganizzazione della vita quotidiana.

In più molti studenti universitari “abbandonano” la loro città di origine per raggiungere mete diverse, anche se ciò a prima vista è molto esaltante, nel corso del tempo si può incorrere a ripensamenti dovuti alle difficoltà.

  1. Sono anni in cui si agisce un cambiamento significativo… si passa molto spesso dal vivere in famiglia a vivere con degli “sconosciuti” con cui si condividono degli spazi quotidianamente.
  2. Si assume sulle proprie spalle una responsabilità, quella di portare a termine una scelta (possibilmente con buoni risultati) che ha investito non solo lo studente in se, ma l’intero nucleo familiare (dal punto di vista economico, affettivo, organizzativo).
  3. Si è soggetti, per via della natura universitaria, a continue valutazioni.
  4. Si è “costretti” a ricreare la rete amicale.
  5. Si devono fare i conti con il proprio senso di auto efficacia.

Questi elementi se non compresi e affrontati possono portare alla manifestazione di sintomi e disagi, nella maggior parte delle volte legati allo studio delle materie universitarie.
(es. appena apro il libro di chimica sento l’ansia che mi colpisce dritto allo stomaco; es. non sono stato bene, questo esame lo rimando alla prossima sessione).

 

Lo Spazio Studenti Universitari vuole proporre  un contesto dove si può parlare, comprendere ed affrontare le difficoltà legate al processo di crescita dei giovani studenti.

 


"Quando nascono dei genitori"

L'arrivo di un bambino all'interno di un nucleo familiare promuove, ogni membro, ad un nuovo ruolo ed è così che nasce una mamma, un papà, dei nonni e degli zii. Tali ruoli fino a poco prima erano totalmente sconosciuti e per tale motivo possono subentrare delle difficoltà. A livello sociale molto spesso la nascita viene connotata solo con emozioni positive, ciò potrebbe indurre ad un sentimento di vergogna in chi, al contrario, fa esperienza di emozioni negative.

Se si vive tale situazione non bisogna allarmarsi, chiedere l'aiuto di uno specialista può fare in modo che tali tematiche vengano affrontare e ciò gioverà all'intero nucleo familiare ed in modo particolare al piccolo.

"Le sfide dell'adolescenza"

Perché l'adolescente crea così tanto scompiglio in famiglia?

Quella bambina così premurosa e diligente che adorava trascorrere il suo tempo con mamma e papà al compimento del quindicesimo anno predilige al di sopra di tutto i suoi coetanei, mettendo in crisi i genitori che dovranno affrontare qualcosa di nuovo e rinegoziare le regole.

Non bisogna aver paura, tutto ciò fa parte del processo fisiologico di crescita, in adolescenza bisogna sperimentare e fare le prove per entrare nel mondo degli adulti.